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<html>
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<title>FSFE - Standard Aperti - Panoramica</title>
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<title>Standard Aperti – Panoramica – FSFE</title>
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<body>
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<p id="category"><a href="work.html">Il Nostro Lavoro</a> </p>
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<h1>Standard Aperti</h1>
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<body class="article" microformats="h-entry">
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<p id="category">
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<a href="/work.html">Il nostro lavoro</a>
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</p>
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<h1 class="p-name">Standard aperti</h1>
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<div class="e-content">
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<div id="introduction">
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<p >
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Il lock-in dei dati è una delle tecniche più comuni per alzare artificialmente
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il costo della migrazione al Software Libero. Assicurare la migliore interoperabilità
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possibile attraverso gli Standard Aperti è essenziale per permettere agli utenti
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di evitare di essere intrappolati dai propri fornitori. Il lavoro di FSFE
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sugli Standard Aperti mira a evitare che si debbano perdere tutti i propri
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dati durante la migrazione verso il Software Libero.
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</p>
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<p>Gli <a href="/activities/os/def.html">Standard Aperti</a> sono il fondamento
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della cooperazione nella società moderna. Essi consentono alle persone di condividere liberamente
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tutti i tipi di dato, evitano il lock-in ed altre barriere artificiali all'interoperabilità,
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promuovono la scelta fra fornitori e soluzioni tecnologiche. Gli Standard Aperti
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sono implementabili con Software Libero, perciò forniscono piena concorrenza
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al mercato. FSFE sostiene la concorrenza leale, l'interoperabilità delle
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soluzioni, e la scelta per i consumatori. Gli Standard Aperti sono un prerequisito necessario
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per garantire queste libertà</p>
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</div>
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<h2 id="what-is-a-technical-standard">Cos'è uno standard tecnico?</h2>
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<p>Uno standard tecnico è un insieme di regole stabilite di comune accordo relativamente a sistemi
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tecnici. Di solito esso è documentato in una cosiddetta «specifica standard»
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che descrive come organizzare le informazioni in modo coerente affinché la specifica possa
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essere compresa ed utilizzata da più applicazioni indipendenti. Gli standard
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che sono impiegati per la memorizzazione dell'informazione sono chiamati «formati», e quelli
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che sono utilizzati per la trasmissione dell'informazione sono chiamati «protocolli».</p>
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<p>Uno standard stabilisce una base comune che fornisce strumenti per l'interoperabilità
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e la concorrenza. Agli antipodi della standardizzazione c'è il monopolio: gli utenti di
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un prodotto o di un servizio possono interoperare solo con gli utenti dello stesso prodotto
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o dello stesso servizio; gli standard sono usati per favorire la concorrenza per il
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bene comune.</p>
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<p>Gli standard possono essere vantaggiosi anche per l'innovazione, consentendo a tutti gli attori
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del mercato di innovare basandosi su di essi, e consentendo di costruire i propri servizi
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affinché questi ultimi continuino a sostenere gli standard.</p>
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<h2 id="why-open-standards">Perché gli Standard Aperti?</h2>
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<p>Il problema sorge quando uno standard è di proprietà di un singolo attore del mercato che usa
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la propria posizione per controllare lo sviluppo futuro dello standard, o tenta
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di manipolarlo attraverso politiche di licenzia per escludere o favorire
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alcuni specifici gruppi di attori. In questo caso la standardizzazione è usata
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per scopi opposti alla promozione della concorrenza e dell'interoperabilità.</p>
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<p>Perciò la piena concorrenza nel mercato è assicurata dagli standard
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che sono aperti. Poiché gli Standard Aperti sono liberamente disponibili senza alcuna restrizione,
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essi consentono alle tecnologie standardizzate di essere usate in prodotti e servizi
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senza alcun vantaggio a priori goduto in virtù della proprietà dello standard.
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Come conseguenza l'accesso alle tecnologie standardizzate è possibile per tutti gli attori del mercato
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indipendentemente dal loro modello di business.</p>
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<h3 id="what-is-an-open-standard">Cos'è uno standard «aperto»?</h3>
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<p>Gli Standard Aperti sono implementabili con Software Libero. Se uno standard
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non è conforme ai seguenti criteri, non può essere chiamato «aperto» perché
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discriminatorio nei confronti del Software Libero.</p>
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<p>Uno <a href="/activities/os/def.html">Standard Aperto</a> si riferisce ad un formato
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o protocollo che è:</p>
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<ol>
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<li>soggetto a valutazione pubblica completa, e ad utilizzo senza vincoli in
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modo equamente disponibile a tutte le parti;</li>
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<li>senza alcuna componente o estensione che abbia dipendenze
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da formati o protocolli a loro volta non conformi alla definizione di
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Standard Aperto;</li>
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<li>libero da clausole legali o tecniche che limitino la sua utilizzazione
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da parte di qualsiasi soggetto o da qualsiasi modello di business;</li>
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<li>gestito e successivamente sviluppato in modo indipendente da qualsiasi fornitore unico, in
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un processo aperto alla partecipazione paritaria di concorrenti e di terze parti;</li>
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<li>disponibile in molteplici implementazioni complete ad opera di fornitori
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concorrenti, o come una implementazione completa equamente disponibile a tutte
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le parti.</li>
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</ol>
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<p>In questo modo lo standard garantisce che la tecnologia sia accessibile a tutti,
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indipendentemente dal modello di business, dalla dimensione, o da una serie di diritti esclusivi.</p>
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<h2 id="why-should-a-stanard-be-minimalistic">Perché uno standard dovrebbe essere minimalista?</h2>
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<p>Lo scopo di uno standard è quello di fissare una base tecnologica comune
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consentendo la mutua interazione fra applicazioni differenti. Con sempre
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più dati memorizzati digitalmente la cosa più importante è garantire la loro
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portabilità fra applicazioni diverse. Questo è il motivo per cui è essenziale
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assicurare che il formato scelto per memorizzare digitalmente i propri dati sia accessibile
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da molteplici applicazioni, indipendentemente dal fornitore o dalla soluzione tecnologica.</p>
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<p>Questo è il motivo per cui lo standard deve non solo essere aperto, ma anche
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«<a href="/activities/os/minimalisticstandards.en.html">minimalista</a>»,
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allo scopo di risolvere in modo adeguato un problema tecnico, consentendo l'esistenza del maggior
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numero possibile di implementatori. In altre parole c'è la necessità
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di valutare quanto uno standard riesca a bilanciare l'equilibrio fra l'essere
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il più semplice possibile e l'essere complesso quanto basta.</p>
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<p>Standard sovraccaricati con molteplici funzionalità inutili danno al suo
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fornitore un vantaggio: è più difficile per un altro implementatore leggere
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il formato in modo adeguato, così il cliente è forzato a rimanere vincolato
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(lock-in) al fornitore.
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In aggiunta, gli standard gonfiati con funzionalità raramente utilizzate lasciano backdoors
|
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e vulnerabilità delle quali i pirati informatici potrebbero avvantaggiarsi.</p>
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<h2 id="standard-that-is-implementable-with-free-software">Standard che
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è implementabile come Software Libero</h2>
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<h3 id="reference-implementation">Implementazione di riferimento</h3>
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<p>Per gli standard software il vero standard è definito sia attraverso
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la specifica formale sia da una sua effettiva implementazione. Procurarsi la
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sola specifica formale spesso non è sufficiente per implementare lo
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standard di un sistema digitale complesso. La conoscenza dell'esistenza di una implementazione dello standard,
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da parte di qualsiasi azienda desiderosa di implementarlo, è spesso addirittura di maggior
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valore rispetto alla specifica formale, poiché aiuta ad evitare il
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lungo processo sbaglia-e-riprova necessario per risolvere ambiguità nella
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specifica formale.</p>
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<p>Perciò affinché uno standard si sufficientemente «aperto», l'apertura deve
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riguardare sia la specifica che l'implementazione.</p>
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<p>Conseguentemente per le implementazioni aperte è economicamente più vantaggioso
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pubblicare le implementazioni di riferimento sotto una licenza Software Libero.
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Ciò consentirà all'implementazione di riferimento di essere liberamente disponibile ed
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anche le consentirà di fungere da specifica formale senza il processo istituzionale di
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impostazione di uno standard.</p>
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<h3 id="patents-in-standards">Brevetti negli standard</h3>
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<p>Qualche volta la specifica dello standard comprende soluzioni tecniche
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che sono necessarie per implementare lo standard. Queste soluzioni
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tecniche possono essere protette da brevetti. Chiunque volesse mai adottare ed implementare
|
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lo standard dovrebbe, pertanto, acquisire le opportune licenze dal
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detentore del brevetto.</p>
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<p>L'industria ha escogitato varie pratiche di licenza allo scopo di superare
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il problema di brevetti necessari all'implementazione dello standard, per esempio termini come:
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«royalty-free» (RF) - gratuito -, o l'alternativo «fair, reasonable, and non-discriminatory»
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(FRAND) - leale, ragionevole, e non discriminatorio. <a href="/activities/os/why-frand-is-bad-for-free-software.html">I termini FRAND
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sono incompatibili con il Software Libero</a>. Inoltre, a causa del fatto che i
|
||||
FRAND sono solitamente tenuti segreti, è impossibile provare se
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||||
il termine imposto sia oggettivamente «leale» o «non discriminatorio».
|
||||
Di conseguenza FRAND può essere usato come uno strumento per manipolare il
|
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processo di standardizzazione per escludere la concorrenza.</p>
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||||
<p>Se da un lato le licenze RF vertono solamente sui criteri del pagamento dei diritti di brevetto,
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dall'altro esse non affrontano altre restrizioni che potrebbero frapporsi all'adozione
|
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ed implementazione di uno standard come Software Libero. A questo riguardo
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||||
le politiche di licenza nella standardizzazione di tecnologia brevettata devono essere
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||||
compatibili con il più vasto palco di attori sul mercato, poiché lo scopo
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||||
della standardizzazione è quello di promuovere la concorrenza e consentire l'innovazione che
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si basa su di esso.</p>
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<p>Da notare che difficilmente un qualsiasi nuovo sistema ICT è costruito senza
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ricorrere al Software Libero, e l'esclusione dalla standardizzazione di aziende che basano i loro
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prodotti sul Software Libero può intralciare significativamente
|
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l'innovazione. Perciò la licenza appropriata per standard che necessitano di brevetti
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è quella che non applica alcuna restrizione all'implementazione dello standard
|
||||
con Software Libero, per esempio «libere da restrizioni», in conformità alla
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||||
<a href="#what-is-an-open-standard">definizione di Standard Aperto</a>.</p>
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<h2 id="what-can-you-do">Cosa puoi fare?</h2>
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<blockquote>
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<h3 id="as-a-citizen">Come cittadino</h3>
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<p>
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<ul>Insisti sugli Standard Aperti: non permettere al tuo governo, università, datore di lavoro
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o amministrazione pubblica locale, di costringerti all'uso di formati vincolati (locked down).</ul>
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</p>
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</blockquote>
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||||
<blockquote>
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||||
<h3 id="as-a-politician">Come politico</h3>
|
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|
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<ul>
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<li>Promuovi politiche che assicurino in concreto concorrenza ed innovazione
|
||||
nella standardizzazione, per esempio Standard Aperti minimalisti implementabili con
|
||||
Software Libero.</li>
|
||||
<li>Promuovi politiche di licenza che siano basate sui termini «libero da restrizioni»
|
||||
allo scopo di consentire l'adozione più vasta possibile degli standard, e di consentire la loro
|
||||
implementazione da tutti gli attori del mercato.</li>
|
||||
<li>Preferisci l'uso di Standard Aperti negli appalti pubblici e nello sviluppo
|
||||
software allo scopo di incrementare l'interoperabilità di tutte le
|
||||
soluzione software impiegate nel settore pubblico.</li>
|
||||
</ul>
|
||||
</blockquote>
|
||||
|
||||
</div>
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||||
<h2>Introduzione</h2>
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<p>La rilevanza degli Standard Aperti è strettamente legata agli effetti
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di rete, ed è quindi cresciuta in modo significativo. Il premio per
|
||||
i distributori proprietari che sfruttano il sistema a proprio vantaggio sta crescendo,
|
||||
così come il costo per gli utenti del software.</p>
|
||||
<h2>Notizie correlate</h2>
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||||
<p>I governi, le organizzazioni non governative di pubblico interesse, e i gruppi che
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||||
si occupano della libertà di concorrenza o dei diritti del consumatore sono
|
||||
generalmente forti sostenitori degli Standard Aperti. I soliti critici, invece, sono
|
||||
i distributori di software proprietario e coloro che rappresentano i loro
|
||||
interessi. Uno degli aspetti che i critici cercano di sottolineare è il
|
||||
conflitto intrinseco tra innovazione e standardizzazione.</p>
|
||||
|
||||
<p>La standardizzazione limita deliberatamente i cambiamenti a una tecnologia
|
||||
di base, e quindi l'innovazione. Questi limiti vengono introdotti
|
||||
per permettere ulteriore innovazione da parte di chiunque abbia accesso
|
||||
allo standard e non solo al soggetto che controlla la tecnologia di
|
||||
base. Dunque gli standard limitano la possibilità di innovare da parte di un
|
||||
singolo soggetto per permettere l'innovazione sulla base di questo standard
|
||||
da parte di molteplici soggetti.</p>
|
||||
|
||||
<p><a href="def">Gli Standard Aperti</a> permettono l'innovazione da parte di
|
||||
tutti i soggetti, impedendo allo sviluppatore iniziale della piattaforma
|
||||
di limitare l'innovazione o la concorrenza che essa rappresenta.</p>
|
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||||
<p>Gli obiettivi di FSFE includono la libertà dal lock-in, e le libertà di
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||||
innovazione e concorrenza per tutti. Ecco perché FSFE è un convinto sostenitore
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degli <a href="def">Standard Aperti</a>.</p>
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<h2>Pubblicazioni</h2>
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<dynamic-content />
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<ul>
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<li>"<a href="ps.html">Analysis on balance: Standardisation and Patents</a>"<br />di <a href="/about/greve/">Georg Greve</a></li>
|
||||
<li>"<a href="/activities/os/minimalisticstandards.de.html">Minimalgebot für Datenformate - offener Standard sein reicht nicht</a>" (German only)<br />di Bernhard Reiter</li>
|
||||
<li>"<a href="eifv2.html">EIFv2: Tracking the loss of interoperability</a>"<br />di <a href="/about/gerloff/gerloff.html">Karsten Gerloff</a> et <a href="/about/roy/roy.html">Hugo Roy</a></li>
|
||||
<li>"<a href="bsa-letter-analysis.html">Difendendo gli Standard Aperti: FSFE rifiuta le false dichiarazioni di BSA davanti alla Commissione Europea</a>"<br />di <a href="/about/gerloff/gerloff.html">Karsten Gerloff</a>, Carlo Piana et <a href="/about/tuke/tuke.html">Sam Tuke</a></li>
|
||||
</ul>
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||||
<fetch-news/>
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||||
<h3>Pubblicazioni all' IGF</h3>
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<ul>
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||||
<li>"<a href="/activities/policy/igf/sovsoft">Software Sovrano: Standard Aperti, Software Libero, ed Internet</a>"<br />il contributo di FSFE al primo <a href="/activities/policy/igf/igf">IGF</a>, di <a href="/about/greve/">Georg Greve</a></li>
|
||||
</ul>
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||||
</body>
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<sidebar promo="open-standards">
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||||
<h3>Pubblicazioni su MS-OOXML</h3>
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<ul>
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<li><a href="/documents/msooxml-questions">Sei domande agli enti nazionali
|
||||
di standardizzazione</a></li>
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||||
<li>Analisi di FSFE: "<a href="/documents/msooxml-interoperability">Le pene di
|
||||
interoperabilità con MS-OOXML</a>"</li>
|
||||
<li>Analisi di FSFE: "<a href="/documents/msooxml-idiosyncrasies">DIS-29500: Deprecato prima dell'uso?</a>"</li>
|
||||
<li>Articolo sulla BBC: "<a href="/documents/msooxml-questions-for-ms">Domande a Microsoft sui formati aperti</a>"</li>
|
||||
<li>Articolo su Heise.de: "<a href="/documents/msooxml-converter-hoax">La bufala del convertitore</a>"</li>
|
||||
</ul>
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||||
<dynamic-content />
|
||||
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||||
<h2>Letture di approfondimento</h2>
|
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|
||||
<ul>
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||||
<li><a href="/activities/os/ps.html">"Analisi di un equilibrio: Standardizzazione e Brevetti"</a> di Georg Greve</li>
|
||||
<li><a href="/activities/os/why-frand-is-bad-for-free-software.html">Perché
|
||||
FRAND è un male per il Software Libero?</a></li>
|
||||
<li><a href="/activities/os/eif-v3.en.html">Commenti di FSFE alla revisione
|
||||
del Quadro Europeo di Interoperabilità v.3</a></li>
|
||||
<li><a href="/activities/os/eifv2.html">"EIFv2: Tracciamento della perdita di
|
||||
interoperabilità</a> di Karsten Gerloff e Hugo Roy</li>
|
||||
<li><a href="/activities/os/bsa-letter-analysis.html">"Difesa degli Standard Aperti:
|
||||
FSFE confuta le false affermazioni di BSA alla Commissione europea"</a> di Karsten
|
||||
Gerloff, Carlo Piana e Sam Tuke</li>
|
||||
<li><a href="http://fsfe.org/activities/os/2012-06-uk-consultation-os.en.html">Consegna di FSFE
|
||||
alla Consultazione Inglese sugli Standard Aperti 2012</a></li>
|
||||
<li><a href="/activities/policy/eu/digital-single-market-comments.en.html">FSFE
|
||||
commenta le Strategie per il Mercato Unico Digitale delle Ue</a></li>
|
||||
<li><a href="/activities/policy/igf/sovsoft.html">"Software Sovrano
|
||||
Standard Aperti, Software Libero, ed Internet"</a> il contributo di FSFE al primo IGF</li>
|
||||
<li><a href="/activities/os/20150213.EC-patents-standards-consultation.FSFEresponse.pdf">FSFE response
|
||||
to the European Commission's consultation on patents and standards</a></li>
|
||||
<li><a href="/activities/os/2014-03-26.OpenLetterToVilella.en.html">Lettera
|
||||
aperta sul Document Freedom Day 2014 a Giancarlo Vilella, Direttore del Parlamento europeo
|
||||
DG ITEC e Presidente della Commissione Inter-Istituzionale per
|
||||
l'Informatica</a> di Karsten Gerloff</li>
|
||||
</ul>
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<h2>Notizie correlate</h2>
|
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<fetch-news />
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||||
<h2>Collegamenti esterni</h2>
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||||
<ul>
|
||||
<li><a href="http://documentfreedom.org">Document Freedom Day</a></li>
|
||||
<li><a href="http://www.odfalliance.org">ODF Alliance</a></li>
|
||||
<li><a href="http://www.pdfreaders.org">PDFreaders.org</a></li>
|
||||
<li><a href="http://www.fsf.org/resources/formats/playogg">Play Ogg!</a></li>
|
||||
<li><a href="http://isp.law.yale.edu/static/papers/Open_Documents_and_Democracy.pdf">"Open
|
||||
Documents and Democracy"</a> di Laura de Nardis e Eric Tam, Yale
|
||||
Information Society Project</li>
|
||||
<li><a href="http://www.intgovforum.org/Substantive_1st_IGF/openstandards-IGF.pdf">"An
|
||||
Economic Basis for Open Standards"</a> di Rishab A. Ghosh</li>
|
||||
<li><a href="http://blogs.fsfe.org/greve/?p=160">"An emerging understanding
|
||||
of Open Standards"</a> di Georg Greve</li>
|
||||
</ul>
|
||||
|
||||
<h2>Link esterni</h2>
|
||||
<ul>
|
||||
<li><a href="http://documentfreedom.org">Document Freedom Day</a></li>
|
||||
<li><a href="http://www.odfalliance.org">ODF Alliance</a></li>
|
||||
<li><a href="http://www.pdfreaders.org">PDFreaders.org</a></li>
|
||||
<li><a href="http://www.fsf.org/resources/formats/playogg">Play Ogg!</a></li>
|
||||
<li><a href="http://isp.law.yale.edu/static/papers/Open_Documents_and_Democracy.pdf">"Open Documents and Democracy"</a> di Laura de Nardis e Eric Tam, Yale Information Society Project</li>
|
||||
<li><a href="http://www.intgovforum.org/Substantive_1st_IGF/openstandards-IGF.pdf">"An Economic Basis for Open Standards"</a> di Rishab A. Ghosh</li>
|
||||
<li><a href="http://blogs.fsfe.org/greve/?p=160">"An emerging understanding of Open Standards"</a> di <a href="/about/greve/">Georg Greve</a></li>
|
||||
</ul>
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</body>
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<timestamp>$Date$ $Author$</timestamp>
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||||
<translator>Federico Bruni</translator>
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</sidebar>
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<timestamp>$Date$ $Author$</timestamp>
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||||
<translator>Tarin Gamberini</translator>
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</html>
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